Ricercatore della Libera Università di Bolzano sviluppa un biopolimero isolante con gli scarti delle microplastiche

Date: 28/04/2021

Marco Caniato, ricercatore della Facoltà di Scienze e Tecnologie della Libera Università di Bolzano, ha sviluppato un biopolimero con gli scarti delle microplastiche con proprietà isolanti, in grado di competere con competere con gli isolanti tradizionali come la lana di roccia o le schiume poliuretaniche.

Marco Caniato, ricercatore e docente della Facoltà di Scienze e Tecnologie della Libera Università di Bolzano, in collaborazione con l’Università di Trieste, ha inventato e brevettato un biopolimero per realizzare una schiuma efficace come isolante termico e acustico per applicazioni industriali, civili e marittime.

Il progetto nasce per far fronte alla dispersione di microplastiche nell’ambiente, un problema ben conosciuto, che affligge soprattutto gli oceani. Si stima, infatti, che le microplastiche secondarie, ovvero i frammenti di plastica di dimensioni inferiori ai 5 mm che derivano dall’utilizzo e dall’abbandono di oggetti come buste o bottiglie di plastica, rappresentino circa il 68 - 81% delle microplastiche presenti negli oceani.

Il progetto di Caniato consentirebbe di riciclare le plastiche che galleggiano sulle superfici dei mari, anche se accoppiate con altri materiali plastici (o non plastici) e in presenza di sale marino.

Lo sviluppo del nuovo materiale e i suoi vantaggi

Per creare il nuovo materiale, il ricercatore ha impiegato un estratto dell’alga agar agar, un polisaccaride normalmente usato come gelificante naturale dalla consistenza gelatinosa che, dopo essere stato addizionato con carbonato di calcio, può essere mescolato alla plastica polverizzata.

Le materie plastiche utilizzate durante la fase di sviluppo derivano da rifiuti industriali e domestici come polietilene, bottiglie di tereftalato, polistirolo espanso e schiumato, comunemente trovate in ambiente marino.

Dopo la gelificazione, i campioni sono stati congelati a -20 °C per 12 ore e infine liofilizzati per rimuovere l’acqua. Il risultato finale è un materiale poroso che può essere utilizzato, ad esempio, come sostituto della lana di roccia. Oltre al prodotto in sé, anche il processo di realizzazione è eco-compatibile poiché prevede il riciclo dell’acqua, raccolta al termine della liofilizzazione, dopo lo scongelamento.

“Le prove di caratterizzazione che abbiamo condotto hanno confermato che il prodotto possiede ottime proprietà isolanti e che può facilmente competere con gli isolanti tradizionali come la lana di roccia o le schiume poliuretaniche”, afferma Caniato. “Abbiamo dimostrato che un approccio sostenibile, più pulito ed ecologico, può essere usato per riciclare i rifiuti marini e per costruire con un materiale ecologicamente ed economicamente conveniente”.

L’articolo scientifico - Acoustic and thermal characterization of a novel sustainable material incorporating recycled microplastic waste - che riporta i dati relativi alla caratterizzazione acustica e termica del nuovo materiale è stato pubblicato sulla rivista Sustainable Materials and Technologies.