Origine, significati e esempi di utilizzo dei colori: il blu

Date: 24/08/2023
Categorie: Colour study

Secondo alcuni recenti studi, il blu è il colore preferito dalla maggior parte delle persone, indipendentemente dal genere o dal luogo di provenienza. Ma perché? Probabilmente per le sue origini, i suoi significati e le situazioni in cui viene impiegato. Leggi l'articolo per scoprire tutte le curiosità sul colore blu.

Nell’ambito della verniciatura industriale, così come in moltissimi altri settori, la codifica dei colori rappresenta un fondamentale strumento di interazione tra verniciatore e cliente per definire l’aspetto finale del prodotto, quello che determinerà le scelte di acquisto dell’utilizzatore finale.

Chi si occupa di trattamenti superficiali utilizza i sistemi di classificazione più diffusi, come per esempio, RAL, PANTONE e NCS: tinte e sfumature declinate in questi sistemi rappresentano una forma di linguaggio comune che il verniciatore utilizza quotidianamente per comprendere e farsi comprendere dai propri clienti e rispondere nel modo più adeguato alle loro richieste in termini di estetica finale del prodotto.

Ma il colore è strategico anche nella vita di tutti i giorni: basti pensare all’importanza che riveste nella scelta di un acquisto comune come quello di un’auto oppure quanto siano determinanti per il nostro settore, ma non solo, le previsioni sulle tendenze colore dei prossimi anni. Esistono infatti addirittura professionisti, gruppi di studio o vere e proprie aziende il cui lavoro quotidiano consiste nel monitoraggio e/o nello studio dei diversi trend cromatici da declinare poi nelle finiture dei prodotti che pervaderanno il mercato e che incontreranno (o meno) il gusto dell’utilizzatore finale.

Abbiamo scelto di inaugurare questa nuova rubrica con una breve analisi del colore blu, che rappresenta uno dei 3 colori primari, ossia uno di quei colori base che combinandosi con gli altri due (il rosso e il giallo) forma tutti gli altri colori dello spettro.

L’origine della parola “blu”

Il termine blu (in inglese ‘blue’, in francese ‘bleu’, in spagnolo e portoghese ‘azul’ e in tedesco ‘blau’) si fa in genere risalire a due parole antiche: il protogermanico blewaz (con cui ci si riferiva ai colori grigio, blu scuro e nero) e al protoindoeuropeo bhle-was, in cui la radice bhle significava non solo blu, ma anche color della luce che, riferendosi anche ai concetti di biondo e giallo, è all’origine anche del latino flavus, cioè appunto giallo.

I romani utilizzavano per indicarlo il termine “blavus”, che deriva dalla stessa radice e che significava “sbiadito”, mentre per indicare le sfumature del blu utilizzavano i due termini “cyaneus” e “caeruleus”, che significa “colore del cielo” (caelum in latino) e che era usato a volte anche per parlare di verde scuro e verde acqua. Invece il primo termine cyaneus (da cui l’italiano ciano e cianotico) derivava dal greco antico kyanos che, a sua volta, aveva origine dalla radice protoindoeuropea kwey, riferita generalmente al bianco.

Da qui si passa al germanico blao, al norreno blar e al provenzale antico blau (che indicavano il blu). Dai primi due deriva il termine inglese “blue”, mentre è dall’ultimo che discende la parola francese bleu, di cui il nostro blu è un adattamento.

La nascita del colore blu

Secondo un articolo del Washington Post di qualche anno fa, il blu è il colore preferito dalla maggior parte delle persone, indipendentemente dal genere e dal luogo di provenienza. Non a caso il web ne era ed è ancora completamente inondato, probabilmente proprio per l’idea di fiducia e affidabilità che gli viene associata. Ma non è sempre stato così, perché le prime tracce di utilizzo del pigmento blu risalgono agli antichi egizi, circa 6 mila anni fa. In precedenza, il colore blu non era riconosciuto: nelle pitture rupestri non ve n’è traccia, così come manca qualsiasi suo riferimento nella Bibbia o nei testi omerici.

Gli egiziani furono quindi probabilmente i primi ad apprezzare le peculiarità di questo colore, che ritrovavano nei lapislazzuli estratti dalle miniere del Badakshan, nel nord-est dell’Afghanistan, e che incastonavano nei gioielli o nelle maschere funerarie, non riuscendo mai però a polverizzarli in un pigmento, come riportato in un articolo di 2 anni fa pubblicato su Il Post. Attorno al 2200 a.C. inventarono però un altro tipo di blu da una miscela di calcare, sabbia e un minerale contenente rame (come azzurrite o malachite), che commercializzarono con Persiani, Etruschi, Greci e Romani, diffondendolo. Riscaldando la soluzione, ne ricavarono successivamente un vetro blu opaco, a cui venivano aggiunti bianco d’uovo, gomma o colle per ottenere una vernice resistente o uno smalto ceramico.

Questo blu egizio è considerato il primo pigmento prodotto sinteticamente dall’uomo e rimase il blu più utilizzato per tutta l’era greco-romana almeno fino al IV secolo d.C., quando si diffusero altri tipi di blu, come il blu oltremare (Afghanistan, VI secolo d.C.), uno dei più pregiati e costosi pigmenti, molto ricercato dai pittori europei dei secoli XIV e XV; il blu di Han (China), un pigmento inorganico che invece del calcio degli Egizi utilizza il bario; il blu Maya (CentroAmerica), a base di indaco, un pigmento organico ricavato dalle foglie di alcune leguminose, mescolato con argilla e poi riscaldato.

Le diverse tipologie di blu rimasero invariate fino alla fine del Settecento- inizio Ottocento quando l’introduzione della chimica portò allo sviluppo di nuovi blu, dal blu cobalto, alternativa più economica al blu oltremare, al blu ceruleo, al blu di Prussia, fino alle scoperte più recenti del Blue Klein e del blu YInMn, l’ultimo ritrovato in ordine di tempo.

Alcune applicazioni del colore blu

A partire dall’architettura fino ai tessuti, il blu trova le applicazioni più svariate. Questo colore naturale di cielo e acqua, richiama la tranquillità e la fiducia, ed è forse questo uno dei motivi per cui è tra i colori più amati.

Alcuni impianti industriali verniciati di blu

Nell’ambito dell’architettura di interni, le tinte blu sono scelte proprio per rievocare queste sensazioni di calma e serenità. Nell’architettura di un paesaggio marino, si integrano perfettamente nel contesto dell’ambiente in cui si applicano. L’utilizzo del colore blu che richiama l’acqua è molto diffuso per rievocare il concetto di energia pulita, almeno quanto il tanto diffuso – e in parte abusato - verde.

Il blu è il colore per antonomasia dei jeans: la scelta ha per lo più una motivazione pratica. Tutti i coloranti sintetici penetrano saldamente nelle fibre del tessuto, una volta riscaldate, l’indaco, invece, ha la capacità di attaccarsi esclusivamente alla superficie. Questo è il motivo per cui, durante il lavaggio, alcune delle molecole di colore fuoriescono dalle fibre, conferendo ai jeans il classico effetto sbiadito che li rende tanto “vintage” e un prodotto sempre amato.

Il blu, che in alcune accezioni richiama anche sentimenti di nostalgia e malinconia, ha dato il nome a un genere musicale, il blues. Il termine sembra derivare da un’espressione inglese “to have the blue devils”, cioè avere i diavoli blu, che si riferiva, secondo la credenza più diffusa, allo stato di confusione e tristezza derivante dall’astinenza dall’alcool. Da qui il nome assegnato ad un genere musicale malinconico come appunto il blues.

Qualche curiosità sul colore blu

Sapevate che prima della metà del XX secolo, il blu era un colore più femminile che maschile? Associato dal Cristianesimo in poi al mantello della Vergine Maria, era riconosciuto come un elemento femminile, mentre il rosso, che richiamava il sangue della battaglia, il coraggio e la tenacia, era un colore prettamente maschile. A invertire questa tendenza fu negli anni Cinquanta una strategia di marketing statunitense ideata per vendere un numero maggiore di vestiti e giocattoli dividendoli per genere. Da allora i colori blu e rosa hanno assunto le connotazioni che conosciamo oggi.

Notturno blu: il blu è il colore del cielo notturno, quando è chiaro e sereno, perché le molecole di gas che compongono l'atmosfera terrestre diffondono solo la luce blu, che ha lunghezza d'onda minore, mentre le lunghezze d'onda maggiori vengono assorbite.

…E un’ultima curiosità: sapevate che il tramonto sul pianeta Marte è blu? La “cartolina” inviataci dalla fotocamera Mastcam dal rover Curiosity, verso la fine del 956° giorno (o Sol) dal suo arrivo su Marte, immortala il paesaggio marziano al tramonto, osservato dall’interno del Cratere Gale. La tinta bluastra che aleggia nell'aria è dovuta alle particelle presenti nell'atmosfera di Marte, che lasciano passare con più facilità la luce blu rispetto alle altre.

Il colore blu Klein
Blue Klein, il colore inventato dal pittore francese Yves Klein.

Il pittore francese Yves Klein, inventore del Blue Klein, una volta affermò che “il blu non ha dimensioni, va oltre le dimensioni”, ed è forse per questa sua inafferrabilità che il blu è e resterà anche in futuro uno dei colori più amati.