Il rover Perseverance della NASA ha individuato un rivestimento viola su Marte

Date: 19/01/2022
Autore: Redazione
Categorie: Ricerca e sviluppo

Il rover Perseverance della NASA ha individuato un rivestimento sottile, liscio e viola su alcune pietre su Marte, che potrebbe contenere indizi sul potenziale del pianeta per la vita antica.

La polvere rossa dipinge Marte con sfumature rossastre, dalla superficie al cielo. Ma il rover Perseverance della NASA ha individuato delle strisce di un altro colore tra le sfumature rosse. In quasi tutti i luoghi visitati dal geologo robotizzato, la superficie marziana include delle tonalità viola.

Il colore forma un rivestimento sottile e liscio su alcune pietre e lascia delle macchie simili a vernice su altre. Altre rocce ancora sembrano essere state parzialmente smerigliate con del magenta, sostiene Ann Ollila, una geochimica del Los Alamos National Laboratory che ha presentato una prima analisi dei rivestimenti in una recente conferenza dell'American Geophysical Union (AGU).

Il colore si trova su rocce con forme e dimensioni diverse, anche dei minuscoli ciottoli non sono sfuggiti al viola. Ma come si sono formati esattamente questi rivestimenti? “Non ho una risposta esaustiva”, afferma Ollila.

Gli scienziati sono ansiosi di saperne di più. “C’è molto da aspettarsi mentre continuiamo a fare analisi”, afferma Nina Lanza, team lead for Space and Planetary Exploration del Los Alamos National Laboratory, che ha studiato i rivestimenti insieme a Ollila.

L'origine delle misteriose macchie potrebbe aiutare a rivelare indizi sul passato di Marte, incluso se abbia ospitato vita antica. Quando i rivestimenti si sono formati, avrebbero potuto codificare le informazioni sulle condizioni circostanti nella loro composizione chimica e minerale, aiutando gli scienziati a ricostruire ambienti ormai perduti. Potrebbero anche contenere prove di vita più dirette: sulla Terra, rivestimenti simili si creano con l'aiuto di microbi.

I rivestimenti viola marziani sono stati trovati nel cratere Jezero, una fossa larga 28 miglia creatasi dall’impatto di un meteorite miliardi di anni fa, che un tempo ospitava un antico lago. Perseverance è atterrato nel cratere nel febbraio 2021 e da allora lo attraversa. A quasi ogni fermata lungo il percorso del rover, nelle sue immagini sono emersi bagliori viola.

Le prime analisi indicano la presenza di idrogeno e ossidi, suggerendo che l'acqua abbia svolto un ruolo nella formazione delle macchie viola. Ma finora i ricercatori hanno analizzato solo pochi campioni e sono ancora alle prese con molte sfide. Ad esempio, la separazione delle firme chimiche dei rivestimenti, della roccia sottostante e della polvere sempre presente sulla superficie marziana è complessa.

Il team spera di districare ulteriormente la chimica dei rivestimenti e cercare la materia organica associata alle croste marziane, che potrebbe suggerire la presenza di microbi. Ma riportare le rocce sulla Terra per l'analisi di laboratorio è uno dei pochi modi per definire definitivamente come si sono formate le macchie.


Da un articolo di Maya Wei-Haas per National Geographic.