È uscito il numero 75 di ipcm® International Paint&Coating Magazine

Date: 01/06/2022
Categorie: ipcm

Leggi l’ultimo numero della rivista dedicata ai trattamenti delle superfici e alle finiture organiche e inorganiche.

È risaputo che il mercato della finitura delle superfici in alluminio sia saldamente appannaggio delle vernici in polvere non solo in Europa ma anche in tutti i mercati “colonizzati” dalla tecnologia europea (non dimentichiamo che i tre leader di mercato nella progettazione e costruzioni di impianti verticali per profili sono tutti italiani). Nord Africa, Medio ed Estremo Oriente ma anche Australia e Nuova Zelanda: ovunque in questi mercati stanno sorgendo impianti avanzati di verniciatura a polvere dei profili in alluminio, sia verticali sia orizzontali e ne abbiamo dato prova dalle pagine di ipcm® che ha spesso ospitato reportage realizzati presso aziende in queste aree geografiche.

Tuttavia il rivestimento profili e lamiere in alluminio con vernici in polvere possiede ancora uno dei più grandi mercati a livello mondiale dove espandersi: quello statunitense, ancora fortemente legato alle vernici liquide a base solvente, un po’ per retaggio industriale e un po’ per una coscienza ambientale ancora scarsa, che non vede la sostenibilità fra i principali motori di sviluppo futuro.

Attualmente, i player di questo mercato (riportiamo la storia di successo di uno loro, localizzato nel Midwest, proprio in questo numero) stimano che il 60% del settore della finitura dell’alluminio in USA sia ancora saldamente in mano alle vernici a solvente ma anche che il sorpasso delle vernici in polvere sia molto vicino, supportato dalle innovazioni tecnologiche a livello impiantistico, di applicazione e di pretrattamento che trovate ampiamente descritte in questa edizione di ipcm® che contiene, appunto, uno speciale su architettura&design.

In generale, comunque, le previsioni di crescita del mercato delle vernici in polvere presentano un segno positivo ormai da anni e per il quinquennio 2021 – 2026 pare che non saranno da meno. Secondo l’ultimo rapporto di ricerca “Global Powder Coatings Market – Forecast to 2026” dell’irlandese Research and Markets, questa crescita dovrebbe attestarsi sul 3,9%, con un volume totale che passerà dai 13,8 miliardi di dollari ai 16,8 miliardi di dollari.

Ciò significa che la penetrazione delle vernici in polvere nell’industria della finitura superficiale è sempre più forte. Non solo nuovi segmenti di mercato, come i componenti per macchine agricole, movimento terra e veicoli off-road in genere, scelgono in misura sempre maggiore le polveri (in mano unica o doppio strato) ma anche settori prima considerati off-limits per le polveri sono oggetto di grande studio e di ricerche con incoraggianti risultati industriali. Mi riferisco non solo all’MDF, ma anche ai materiali compositi e a talune plastiche, materiali termosensibili dove il limite tecnologico della temperatura di polimerizzazione necessaria alla fusione e al successivo indurimento del film a polvere sono superabili grazie allo sviluppo di polveri a bassa temperatura o di polveri polimerizzabili con irraggiamento UV.

Il crescente utilizzo delle polveri nel settore automotive, inoltre, creerà nuove e interessanti opportunità per i player di questo mercato. Pensiamo alla verniciatura delle batterie, dei motori e le unità di stoccaggio dell’energia nei veicoli elettrici, un’applicazione su cui svariati produttori di polveri stanno investendo.

Detto questo, ogni tecnologia di finitura, organica o inorganica essa sia, ha le proprie specificità tecniche e delle caratteristiche che si adattano perfettamente a un materiale piuttosto che a un altro, a un processo piuttosto che a un altro, a un settore applicativo piuttosto che a un altro. La vera sostenibilità produttiva si verifica non quando si sceglie la tecnologia più “ecologica” sulla carta ma quando questa è la più adatta per ottenere la massima durabilità di un manufatto e per restare ecologica anche una volta calata nel processo industriale specifico. Negli ultimi 20 anni le vernici a base acqua hanno fatto passi da gigante in termini di qualità e durabilità del rivestimento da aver conquistato anche mercati, come quello dell’anticorrosione, prima a solo appannaggio delle vernici a solvente.

Questa dinamica di crescita fra vernici in polvere e vernici liquide e a base acqua rappresenta uno stimolo importante per l’avanzamento tecnologico del comparto industriale della finitura delle superfici.