KAIKU Living Colour: un'alternativa sostenibile ai colori derivati dal petrolio

Date: 02/10/2019
Autore: Redazione
Categorie: Altre news

Nicole Stjernsward ha sviluppato una soluzione più sicura, più semplice e più salutare rispetto ai tradizionali coloranti per tessuti, utilizzando scarti di frutta e verdura.

I coloranti per tessuti sono un problema tossico nella società moderna, basti pensare che solamente gli Stati Uniti ogni anno generano più di 15 milioni di sterline di rifiuti tessili. In risposta alle pratiche dannose per l'ambiente messe in atto da alcune aziende che privilegiano indumenti confezionati in modo rapido ed economico rispetto alla qualità duratura e a equi salari dei lavoratori, alcuni marchi e designer stanno rendendo i materiali e i processi produttivi etici un requisito di produzione.

Tra questi c'è Nicole Stjernsward, designer con sede a Londra, che ha sviluppato KAIKU, un sistema che trasforma le bucce di frutta e verdura in pigmenti in polvere utilizzando la tecnica della vaporizzazione.

"In passato, i colori erano ricavati da materiali locali usando ricette che richiedevano solo pochi ingredienti, la maggior parte dei quali erano reperibili comunemente in cucina, come ad esempio caseina e quark. I pigmenti minerali erano invece realizzati con risorse naturali quali terra e argilla, mentre quelli esotici estratti da piante locali o animali selvatici", afferma Stjernsward.

"D'altra parte, oggi, i produttori di vernici si concentrano sull'avere pigmenti più duraturi e vivaci, che spesso contengono molti prodotti petrolchimici economici, utilizzati per ricavare gli ingredienti della vernice. Inoltre, le vernici moderne hanno un impatto terribile sull'ambiente sia durante il loro processo di produzione sia al termine del loro ciclo di vita. Ad esempio, i residui dei pigmenti spesso penetrano nel paesaggio circostante, avvelenando l'acqua e il suolo", aggiunge Stjernsward. "Oltre all'impatto dei prodotti vernicianti sull'ambiente, i colori sintetici sono considerati molto pericolosi per la salute dell'uomo e degli animali".

A questo proposito, Nicole Stjernsward ha sviluppato un sistema che fornisce un'alternativa a questi coloranti chimici usando gli scarti alimentari come fonte per la creazione di un colore sostenibile. Molte piante e frutti che mangiamo quotidianamente contengono all'interno delle loro bucce colori preziosi, i quali solitamente vengono lasciati marcire in discarica. KAIKU è in grado di trasformare questi rifiuti in una risorsa di alto valore.

Dopo aver realizzato quanto la maggior parte di questi pigmenti siano tossici, la designer ha iniziato a ricercare colori derivati da piante, fiori e cortecce.

La capacità di KAIKU di alchimizzare i materiali a base di carbonio in pigmenti si basa sulla tecnica della vaporizzazione; sebbene questo metodo sia comunemente usato da grandi aziende, KAIKU ridimensiona questo approccio rendendolo adatto all'uso quotidiano. Allo stato attuale, KAIKU produce solo pigmenti in polvere, una decisione presa da Stjernsward per garantire una maggiore durata.

"Ho scoperto che i coloranti naturali si deteriorano rapidamente e devono essere utilizzati all'istante, il che li rende poco pratici e non adatti ad artisti e designer tessili. È stata questa intuizione che mi ha portato a escogitare un metodo meccanico per asciugare i coloranti", afferma.

"Una volta capito come rimuovere l'acqua che causa l'ammuffimento, rimaneva una polvere secca che poteva essere reidratata in un colorante. La tecnologia di vaporizzazione rimuove il componente liquido dalle bucce bollite di frutta e verdura, permettendo ai pigmenti di durare per mesi. Questi pigmenti in polvere vengono reidratati mescolandoli con materiali vernicianti come la tempera all'uovo ", afferma la designer.

"Quasi tutto ciò che cresce può essere utilizzato per creare coloranti e colori, ma per questo scopo, alcuni sono molto meglio di altri: frutta e verdura con un alto contenuto di acqua e con bucce sottili non funzionano molto bene, poiché non contengono molto colore e producono colori molto deboli o inesistenti; le colture tradizionali come indaco e guado venivano spesso utilizzate per creare coloranti per tessuti a causa del loro colore vivo; materiali naturali come la corteccia possono essere trattati con KAIKU, ma la sua durezza richiede che sia immersa in acqua per una settimana o più prima della lavorazione.

In breve, qualsiasi cosa abbia bucce spesse o semi grandi può essere utilizzata per estrarre composti coloranti utili. Inoltre, ho ottenuto risultati molto buoni utilizzando frutti con un alto contenuto di tannino come bucce di avocado e di pompelmo, che producono calde tonalità di arancione e rosso".

Durante lo sviluppo di questo sistema di vaporizzazione per rifiuti alimentari, Stjernsward sostiene di aver avuto alcune difficoltà a ottenere la giusta pressione dell'acqua. E sebbene lei continui a perfezionare il modo in cui il suo sistema genera coloranti vegetali vivaci, le aziende e i designer tessili hanno già espresso il loro interesse nel trovare il modo in cui introdurre KAIKU nel loro processo produttivo.

Stjernsward conclude: "Se ci stiamo muovendo verso un'economia circolare, dobbiamo pensare a come rendere i colori più riciclabili, motivo per cui penso che il colore naturale sia adatto a questo scopo".