Nuovo catalizzatore sviluppato all'Università Goethe di Francoforte per abbattere i PFAS

Date: 01/07/2025
Image: catalyst capable of rapidly breaking the notoriously strong carbon-fluorine bonds in per- and polyfluorinated substances from Goethe University

Questa innovazione rappresenta un significativo passo avanti nella lotta all'inquinamento da PFAS e nella promozione di metodi di produzione farmaceutica più sicuri ed efficienti.

I chimici dell'Università Goethe di Francoforte hanno creato un catalizzatore rivoluzionario in grado di rompere rapidamente i legami carbonio-fluoro notoriamente forti presenti nelle sostanze per- e polifluorurate (PFAS), comunemente note come “sostanze chimiche eterne”. Ampiamente utilizzati per le loro proprietà idrorepellenti, antimacchia e oleorepellenti, i PFAS sono apprezzati in numerosi settori industriali, ma sono anche inquinanti ambientali persistenti con potenziali rischi per la salute.

A differenza dei metodi esistenti che si basano su metalli pesanti costosi e tossici come il platino, il palladio o l'iridio, questo nuovo catalizzatore impiega due atomi di boro incorporati in una struttura di carbonio, offrendo una notevole stabilità all'aria e all'umidità. Questo design unico gli consente di scindere i resistenti legami carbonio-fluoro in pochi secondi a temperatura ambiente.

I PFAS si trovano in innumerevoli prodotti di uso quotidiano, dai tappeti antimacchia e dall'abbigliamento outdoor alle pentole antiaderenti e alle schiume antincendio, grazie alla loro eccezionale durata e resistenza al calore e ai raggi UV. Tuttavia, la loro resilienza fa sì che persistano nell'ambiente, accumulandosi nell'acqua, nel suolo, nelle piante e persino nel corpo umano. Alcuni dei circa 4.700 composti PFAS conosciuti sono collegati al cancro e ad altri problemi di salute.

Il professor Matthias Wagner e il suo team dell'Istituto di Chimica Inorganica e Analitica dell'Università Goethe spiegano che il loro catalizzatore trasferisce efficacemente gli elettroni per rompere questi legami. Attualmente, i metalli alcalini come il litio fungono da fonte di elettroni, ma sono in corso sforzi per sostituirli con la corrente elettrica, il che semplificherebbe e migliorerebbe il processo.

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